VinItaly 2018: cultura, lavoro e creatività
Con 4.380 espositori rappresentati nell'international Wine_Hall si è aperta la 52ª edizione di Vinitaly, in programma a Verona fino a mercoledì 18 aprile. Nel quartiere fieristico, in contemporanea a Vinitaly, si svolgono Sol&Agrifood, salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie. Questa mattina, nell’Auditorium di Veronafiere, l’inaugurazione alla presenza del presidente del Senato, Maria Elisabetti Alberti Casellati, del presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, del viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, del governatore del Veneto, Luca Zaia, del sindaco di Verona Federico Sboarina, e del presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello.
Nella mattinata si è tenuto anche il talk show «Il futuro dei mercati, i mercati del futuro: Italy first in America?» al quale hanno partecipato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, il vicepresidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, Paolo De Castro, il direttore ICE New York e coordinatore degli Uffici ICE Rete Usa, Maurizio Forte, e Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine.
Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato: “Vinitaly è un’eccellenza assoluta e un vero fiore all'occhiello per Verona, il Veneto e per l’intero Paese. Qui c’è l’Italia migliore, che lavora, che innova, che riesce a coniugare il lavoro nei campi con l’innovazione tecnologica e le nuove frontiere del commercio digitale”. “Desidero rivolgere un apprezzamento sincero alla straordinaria organizzazione fieristica veronese, per la dimostrazione di reggere la competizione globale e per l’esemplare capacità di trovare un contesto ideale e continuo fra il quartiere e la città, unica per l’inimitabile bellezza e il patrimonio artistico e architettonico”. “
I dati hanno ben delineato quale sia il valore in termini assoluti di questa manifestazione. Gli operatori presenti a Vinitaly rappresentano 140 nazioni. Significa che da Verona tutto il mondo potrà avere una fotografia in tempo reale di quelle che sono le nostre potenzialità. Parlare di vino vuol dire cultura, lavoro, know how, creatività e capacità competitiva delle aziende, sicurezza alimentare e riscatto sociale”. Maurizio Danese, presidente di Veronafiere: “Da oltre mezzo secolo, Vinitaly racconta la passione per il mondo del vino. Innovazione digitale, infrastrutture, analisi dei mercati e sviluppo internazionale sono alcune delle linee di sviluppo che abbiamo individuato per il futuro della manifestazione, con cui favorire la presenza in forma aggregata del made in Italy sui mercati mondiali.
Ci sono molte opportunità inesplorate per il vino italiano, sia in aree che vengono considerate mature, come gli Stati Uniti, sia in quelle con un forte potenziale come la Cina. E c’è un’intera fascia nel Centro-Sud del mondo, totalmente da scoprire per il nostro export. Attraverso Vinitaly International e la Vinitaly International Academy, stiamo già lavorando in questa direzione, con la stretta collaborazione di ICE-Agenzia e con nuove partnership a livello fieristico, come quella con Fiere di Parma con cui abbiamo dato vita a VPE (Verona Parma Exhibition) per organizzare iniziative congiunte nella promozione wine&food. E nel nostro orizzonte prossimo c’è anche il Brasile dove debutterà a settembre nello stato di Rio Grande do Sul la start up Wine South America”.
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: “La settimana scorda ero a Parigi all’Unesco e vi posso annunciare che stiamo costruendo l’ipotesi di candidatura per il Valpolicella. Nel mondo del vino abbiamo molto da comunicare, dobbiamo parlare di Wine Pride, dell’orgoglio del vino italiano, perché il vino deve essere il biglietto da visita dell’Italia nel mondo. Oggi saluterei in particolare i tanti ragazzi che lavorano giorno e notte in questi i giorni di Vinitaly, che è la più grande fiera e la più bella fiera del vino. E non è un caso che nasca in Veneto, perché l’Italia è il primo produttore mondiale di vino e il Veneto è la prima regione in Italia.
Abbiamo una cinquantina di denominazioni e produciamo 8,5 milioni di ettolitri, esportiamo mezzo miliardo di euro di bollicine e dei quasi sei miliardi di export due miliardi li fa il Veneto. Ma dobbiamo tenere presente che se noi oggi parliamo di vino italiano nel mondo è perché ci sono i nostri contadini e i nostri agricoltori che si spaccano la schiena, a partire da quelli della cosiddetta agricoltura eroica pionieristica di montagna. Le sfide per aggredire i mercati oggi suggeriscono a parlare di certificazione del prodotto, di certificazione ambientale, di ridurre l’inquinamento, perché il consumatore sarà sempre più attento a cosa va consumare”.